MARIKA SUHAYMA
lunedì 12 marzo 2018
venerdì 12 gennaio 2018
giovedì 7 dicembre 2017
giovedì 13 luglio 2017
luglio è il mese magico dei ricordi. le lucciole riempivano l'oscurità
della sera, l'oscurità vera, quella del buio della casa di campagna
avvolta nel silenzio dei campi di grano e nel pigro cigolio di un
lontano mulino a vento. le mani diventavano rosse ad intermittenza e la
meraviglia splendeva sul mio volto di bambina.La notta nascondeva tutto,
la grande fontana di pietra, gli alberi altissimi e il pozzo di cui
avevo tanta paura, e al mattino salutavo quel paesaggio tanto amato
dal finestrino della macchina di papà dove i Dire Straits cantavano
Tunnel Of Love. Dopo il mare passavo il pomeriggio con la nonna a
correre nell'orto e inseguire i nostri innumerevoli gattini. Nonna
sapeva quanto era importante giocare all'aria aperta, e mi sorrideva
mentre strofinava i panni nel lavatoio cantando "voi non la conoscete ha
gli occhi belli" ...e mi esortava a non perdere tempo a rientrare in
casa a fare la pipì se mi scappava, perchè i campi erano vasti e potevo
chinarmi ad annaffiare la terra senza interrompere le mie scorribande.
Poi mi diceva di non dirlo a papà perchè ero una bambina di città ed era
conveniente per una signorina usare il bagno invece di fare la
selvaggia...io invece ero tutta contenta! Nonna rideva e stofinava il
sapone di marsiglia sui panni mentre io facevo tesoro di una libertà dei
sensi che mi ha insegnato ad apprezzare le piccole gioie della
semplicità.
giovedì 4 maggio 2017
Il viaggio da Tangeri a Chefchaouen - Il pullman interiore
Se siete deboli di stomaco o facilmente impressionabili non leggete, grazie.
Non so se a voi capita ma ci sono delle situazioni apparentemente banali
della nostra vita, che mi ritornano in mente molte volte, in momenti
difficili, o semplicemente in istanti meditativi. Mi piace pensare che
questi momenti che ho vissuto mi ritornano in mente perchè in quel
momento, pur non accorgendomi di nulla ho vissuto un passo evolutivo
dell'anima, segnato un punto, messo un sassolino sul sentiero...insomma,
momenti che possono sembrare apparentemente normali e invece hanno un
significato profondo che non cogliamo perchè è davvero arduo scavare
così dentro per portare alla luce il vero significato. Io li prendo così
come vengono, accolgo questi ricordi che ritornano vividi e ricorrenti
come un generatore di pile, come un talismano traumaturgico, lascio le
immagini scorrere e dopo, vi giuro, mi sento incredibilmente bene. Uno
di questi flash emotivi che ritorna di frequente nella mia mente è il
viaggio in pullman che con la mia amica Michela, mia sorella Debora e
mio cognato Christian, abbiamo fatto da Tangeri a Chefchaouen in un
caldo agosto marocchino. C'è da dire che la mia vacanza a Tangeri nel
2014 con la mia amica Michela ha segnato una tappa importante della mia
vita, in quanto è stata l'ultima vacanza da "ragazza" che mi ha
accompagnata nel mio percorso nel diventare "donna" e poco dopo mamma.
Dopo c'è stato il mio viaggio al Cairo, ma dentro di me ero già mamma anche se il mio piccolino non era ancora stato concepito, già la sua idea e il desiderio di averlo mi avevano profondamente cambiata. La libertà, la felicità e la spensieratezza di quei giorni segnati dal
sole, dalle spezie e dal cielo limpido le porterò sempre con me, e
l'amicizia con Michela si è rinforzata proprio nel momento giusto, quel
momento di trasformazione che mi avrebbe portato lontano da lei per
molto tempo ma che me la farà sempre considerare come una sorella per
tutto quello che abbiamo condiviso. Ma torniamo al viaggio...Prendiamo
il pullman per pochi spicci alla stazione dei pullman di Tangeri. C'è da
dire che gli unici italiani eravamo noi 4 e che noi due ci siamo
completamente affidate all'esperienza di mia sorella e mio cognato,
giramarocco professionisti !Insieme a noi c'erano moltissime famiglie
con innumerevoli bambini che stavano sedute su due sedili (alcune con
tre bambini in braccio) e le tipiche donne di Chefchaouen con quel
cappello pieno di pon pon e la gonna righe che portavano ceste di generi alimentari. Il cappello me lo ero
orgogliosamente messo in testa anche io e lo vedete in foto qui
sopra...prima di partire salgono sul pullman un paio di venditori
ambulanti che vendono le cose più improponibili, in particolare
medicinali probabilmente scaduti e fazzoletti. Io sono abbastanza
preoccupata perchè soffro molto il mal d'auto e non siamo riuscite a
sederci davanti, e accarezzo con tensione la mia scatola di Travelgum
mentre Michela si è portata la xamamina, sempre per me perchè lei ha lo
stomaco di ferro. Partiamo e già intuisco che l'autista è un pò
spericolato. Sulla strada che porta a Chefchouen ne vediamo di cotte e
di crude...Un camion pieno di pomodori dove dei ragazzi dormono sopra ai
pomodori e sotto il cielo terso del mattino...un furgoncino bianco
stipato di ragazzi che vanno a lavoro dove l'ultimo si regge
pericolosamente allo sportello aperto per non cadere (dentro sono tutti
in piedi arrampicati l'uno sull'altro), mariti con i motorini modificati
che hanno attaccato un carretto a due ruote dietro per caricarsi la
moglie...piccoli furgoni senza sportelli dietro che ospitano bambini che
dormono insieme a mogli e suocere indaffarate a intrecciare la
paglia...insomma il coloratissimo e soprendente mondo marocchino! Il
travelgum mi da una leggera sonnolenza e quando Michela mi da le
spintarelle sul braccio mi rendo conto di cosa era successo nel
frattempo sul pullman. Accanto a noi nel corridoio centrale erano sedute
tre donne per terra a gambe incrociate. Io e Michela ci guardiamo
perplesse ma dopo altre fermate (che avvengono a caso e non sono segnate
sulla strada) ci rendiamo conto che è un fenomeno normale...cioè i
passeggeri salgono e siccome il pullman è pieno si siedono comodamente
per terra con la teste appiccicate al tuo sedere. Dopo poco succede
quello che è uno dei miei peggiori incubi. Una vecchia, una di quelle
col cappello con i pon pon inizia ad emettere dei versi come se la
stessero scannando...la poveretta sta vomitando e nessuno batte un
ciglio. Circa tre file davanti a noi una mano si alza e spruzza un
deodorante. I versi gutturali della vecchia continuano senza ritegno,
l'autista non si ferma, nè lei chiede una sosta. Nessuno commenta o
parla finchè anche il bambino davanti a noi in braccio alla mamma inzia a
vomitare. Tutti i marocchini che viaggiano in pullman sembra siano
attrezzatissimi, con buste, fazzoletti e deodorante e non si
scompongono. Io mi dispiaccio troppo per il bambino davanti a noi e
chiedo alla mamma se vuole del travelgum ma lei mi fa capire che è
petito, troppo piccolo per prendere medicinali. Dopo poco qualcun'altro
dietro inzia a vomitare e mentre alcuni scendono e altri salgono, sulle
scale che portano all'uscita compaiono delle bustine accuratemnte chiuse
come ricordino di chi si è sentito male. Mi sembra di vivere in un
incubo perchè io sono davvero debole di stomaco, e le budella mi si sono
intrecciate in una morsa. Michela è immobile perchè è lei quella vicina
al corridoio, la più esposta tra noi due a questo spaccato di normalità
marocchina che mi fa tanta impressione, ed io mi sento protetta dalla
sua figura che si interpone tra me e il mondo esterno. L'autista non si
ferma mai e iniziamo a salire. Il pullman è strapieno sia di posti a
sedere che di posti a terra, ma nessuno sta in piedi. Alcuni bambini
cantano, alcuni adulti recitano il Corano, qualcuno ha il coraggio di
mangiare, la mano con i braccialetti un pò più avanti a noi continua a
spruzzare deodorante e noi le siamo davvero grate. Ovviamente i
finestrini sono chiusi. l'aria condizionata è accesa per fortuna, anche
se debole, ma l'odore come potrete immaginare non è dei migliori...ogni
tanto diamo uno sguardo a mia sorella e mio cognato che si godono
imperturbabili il viaggio come se niente fosse mentre noi siamo
allucinate! Finalmente arriviamo alla stazione di Chefchaouen e
scendiamo dal pullman stordite. mettere il piede a terra è come essere
state salvate da un naufragio e aver toccato la terraferma dopo un
potente mal di mare...ci avvicendiamo all'unico bagno della stazione che
oltre ad essere a pagamento è un complimento dire che era
fatiscente...l'acqua ovviamente si tira con un secchio che devi riempire
tu...ma ci scappa proprio e io Michela e mia sorella ci guardiamo allo
specchio sbeccato che vedete in foto e troviamo che le nostre facce sono
così buffe da doverle per forza immortalare. La foto che ci siamo fatte
in primo piano e io Michela ci ha fatto scoppiare a ridere per giorni e
giorni, e a distanza di mesi e anni ogni volta che la guardo non posso
che sbellicarmi...mi fa un effetto incredibile vederla, è più forte di
me...Uscite da questa avventura/incubo ci accingiamo a prendere due taxi
blu che ci porteranno al centro della citta blu. Quanto sia stupenda
questa perla in mezzo ai monti tutta dipinta di azzurro è un'altra
storia...quello che volevo raccontare è proprio questa odissea, questo
viaggio della speranza dove ci siamo ritrovate per forza marocchine
senza via d'uscita, in un contesto dove non potevamo fare le turiste,
dove non potevamo scendere a prendere una boccata d'aria fresca e
pulita...vi sembrerà strano ma in questa specie di incubo qualcosa è
successo, qualcosa che mi fa rivivere questo ricordo con allegria e non
con disgusto...i meccanismi dell'anima sono impenetrabili ed arcani, ma
sia io che Michi siamo d'accordo che questo viaggio è stato molto di più
di un viaggio in pullman verso la città blu del Marocco, è stato un
viaggio interiore, che ci ha messe davanti ai nostri limiti, che ci ha
fatto accettare ciò che per noi era improponibile, che ci ha fatto
vestire i panni di qualcun'altro non facendoci sentire estranee, che ci
ha legato in qualche modo a quella terra non solo per la sua bellezza,
ma anche per la sua realtà
giovedì 27 aprile 2017
Nella mia infanzia come
tutti i bambini degli anni 80 ho sperimentato quella che potrei chiamare...la
Deliziosa Paura...non parlo di quella sensazione di orrore vuoto e solitudine
che provano i bimbi quando purtroppo succedeva loro qualcosa di brutto...ma di
quella paura elettrizzante di cui non potevamo fare a meno...la prima paura
quella delle favolette non sempre rose e fiori...streghe mangia bambini,
principesse prigioniere di draghi, principi trasformati in strani animali, orfanelle in preda a lupi cattivi, agnellini soli nei
boschi...la paura di togliere le ruote alla biciletta e correre nel
vuoto...trovarsi nella strada da soli noi bambini e tenerci per mano mentre
andavamo a buttare la spazzatura della nonna, il blu della prima volta
sott'acqua, la voce di Laura Palmer in Twin Peacks mentre stai con la testa
sotto la coperta perche'hai troppa paura di vedere la tv, le tue zie che
parlano di notte dell film L'Esorcista, le escursioni segrete in posti proibiti
(il pozzo, la casa abbandonata, l'acqua dove non si tocca, le Grotte di
Tiberio...)per poi correre senza fiato al richiamo di nonna, eleggere una casa
dei fantasmi e andarla a visitare stabilendo chi deve salire prima la scale
facendo la conta...
Tutte cose che mi hanno fatto crescere con fantasia, giudizio e capacita'di distinguere il giusto...
Oggi invece la paura quella vera...quella brutta...quella nera...e'sempre sotto gli occhi di tutti...ogni istante la tv ci mostra sangue, morte, orrore...immagini che io da bambina non avrei neanche potuto immaginare....oggi sono normali...quotidiane...non c "e'piu spazio per l immaginazione, ne'per la scelta...
La morte, la tortura e gli abusi sono diventati come il pane tagliato e messo a tavola...neanche ci si bada piu'...
Mi spaventa dover crescere mio figlio in questo clima dove l'orrore e'normale!!!
Come si fa?
Tutte cose che mi hanno fatto crescere con fantasia, giudizio e capacita'di distinguere il giusto...
Oggi invece la paura quella vera...quella brutta...quella nera...e'sempre sotto gli occhi di tutti...ogni istante la tv ci mostra sangue, morte, orrore...immagini che io da bambina non avrei neanche potuto immaginare....oggi sono normali...quotidiane...non c "e'piu spazio per l immaginazione, ne'per la scelta...
La morte, la tortura e gli abusi sono diventati come il pane tagliato e messo a tavola...neanche ci si bada piu'...
Mi spaventa dover crescere mio figlio in questo clima dove l'orrore e'normale!!!
Come si fa?
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