giovedì 27 aprile 2017



Nella mia infanzia come tutti i bambini degli anni 80 ho sperimentato quella che potrei chiamare...la Deliziosa Paura...non parlo di quella sensazione di orrore vuoto e solitudine che provano i bimbi quando purtroppo succedeva loro qualcosa di brutto...ma di quella paura elettrizzante di cui non potevamo fare a meno...la prima paura quella delle favolette non sempre rose e fiori...streghe mangia bambini, principesse prigioniere di draghi, principi trasformati in strani animali, orfanelle in preda a lupi cattivi, agnellini soli nei boschi...la paura di togliere le ruote alla biciletta e correre nel vuoto...trovarsi nella strada da soli noi bambini e tenerci per mano mentre andavamo a buttare la spazzatura della nonna, il blu della prima volta sott'acqua, la voce di Laura Palmer in Twin Peacks mentre stai con la testa sotto la coperta perche'hai troppa paura di vedere la tv, le tue zie che parlano di notte dell film L'Esorcista, le escursioni segrete in posti proibiti (il pozzo, la casa abbandonata, l'acqua dove non si tocca, le Grotte di Tiberio...)per poi correre senza fiato al richiamo di nonna, eleggere una casa dei fantasmi e andarla a visitare stabilendo chi deve salire prima la scale facendo la conta...
Tutte cose che mi hanno fatto crescere con fantasia, giudizio e capacita'di distinguere il giusto...
Oggi invece la paura quella vera...quella brutta...quella nera...e'sempre sotto gli occhi di tutti...ogni istante la tv ci mostra sangue, morte, orrore...immagini che io da bambina non avrei neanche potuto immaginare....oggi sono normali...quotidiane...non c "e'piu spazio per l immaginazione, ne'per la scelta...
La morte, la tortura e gli abusi sono diventati come il pane tagliato e messo a tavola...neanche ci si bada piu'...
Mi spaventa dover crescere mio figlio in questo clima dove l'orrore e'normale!!!
Come si fa?

giovedì 20 aprile 2017

Le danzatrici orientali e il frullato alla cannella

Faccio parte di quella che puo'essere definita "la generazione intermedia delle danzatrici"...prima c'e'stata la vecchia generazione quella delle nostre grandi maestre che ci hanno fatto scuola...e poi ci siamo state noi, le danzatrici che erano ancora poche e lavoravano un sacco.Noi che se ci andava male facevamo uno spettacolo a settimana...se ci andava bene il giovedi, venerdi',sabato e domenica lasciavamo tutti i nostri abiti in valigia per scorazzarli a destra e manca.Oggi c"e'la generazione nuova,quella delle competition e dei festival,della gara ai like sui post facebook e alle partecipazioni a tutti gli eventi a tema...Noi eravamo quelle che ballavano ovunque e sapevano farsi rispettare.Oggi va di moda "no l'addio al celibato no, la festa di 40 anni no, solo questo,codesto e quello..."Noi agli addii al celibato ci ballavamo perche'si aveva un gran rispetto della danzatrice e se si voleva qualcosa di piccante non era il nostro spettacolo quello che si chiedeva...anzi noi facevamo molte feste di addio al nubilato di sole donne dove le amiche scherzavano tra di loro e ridevano scuotendo le medagliette delle cinture che prestavamo...e'ovvio che in tanti spettacoli, e in tanta ingenua gioventu'dei nostri circa 25 anni, di cose bizzare ce ne sono state e di persone scorrette ne abbiamo incontrate...io mi sono beccata un morso sul fianco e moltissime sono state le volte in cui ci siamo ritrovate in posti sperduti in mezzo al nulla dove davvero nessuno ci avrebbe ritrovatro...ma i viaggi, le persone che abbiamo conosciuto, e il luoghi che abbiamo visto grazie alla danza, sul piatto della bilancia pesavano così tanto da non farci vedere nessun aspetto negativo nel nostro scorazzare a destra e manca armate di spade e candelabri.
Poi c'erano loro...quella categoria di uomini ...quelli con un solo neurone per intenderci...loro si sono imbattuti spesso tra uno svolazzo di velo e una sciabolata nei nostri spettacoli.
Ecco il loro sguardo di sbieco con la bocca che si atteggia a un sorriso che tutto vuole intendere "Fai la danza del ventre?Beato il tuo ragazzo!"strizzando l'occhiolino e immaginando chissa'quale fantasioso scenario degno di Ingres...e altre affermazioni stupide del tipo "Ma al tuo ragazzo fai spettacoli privati?"..."Ma lui non e'geloso?" Se sei un uomo e stai leggendo questo post (cosa davvero improbabile) sei avvertito...non farmi mai una domanda del genere o sarai inserito nella ormai lunghissima lista dei mutandoidi...ovvero coloro che il cervello ce l'hanno allocato in un posto diverso dalla scatola cranica.
Tornando alle affermazioni idiote... la domanda peggiore che ho sentito e anche piu'di una volta e'stata "Ma quindi voi in privato fate il frullato?"...Ora care amiche danzatrici della nuova generazione sappiate che la leggenda metropolitana del frullato andava davvero in voga tra il 2005 e il 2010 non si sa per quale oscuro motivo...cosa passasse per il neurone dell'interlocutore non si riusciva a capirlo visto che data la nostra giovane eta'restavamo impalate e inebetite di fronte a questa ridicola e grottesca fantasia maschile. Ora a 37 anni suonati saprei certamente rispondere che si...certo che lo faccio il frullato!Aromatizzato alla cannella e sotto il ramadan ci metto pure due tre datteri , ma rigorosamente senza latte!Vuoi un sorso?
Ora tanto per sfatare un mito...in mezzo alla valigia tra sagat e paillettes un frullatore proprio non ci stava...quindi niente frullati da asporto...o forse volevano intendere un'altra cosa?no perche'io ancora mica ho capito....perche'per noi la danza e'femmina,e'condivisione con le donne,e'sorellanza...e non ha nulla a che vedere con malizia, sesso o provocazione.
Sarebbe da far parlare i nostri compagni di vita che sono costretti a portarci le valigie, farci da dj e presentatori improvvisati, e al massimo come spettacolo privato ci vedono in casa col molletone in testa e i calzini coi gommini ai piedi mentre montiamo le coreografie delle nostre allieve...loro, uomini con tanti neuroni, ce li siamo scelti perche'rispettano la nostra danza e comprendono che e'parte della nostra anima e della nostra vita.
Amiche danzatrici, la prossima volta che vi fate un frullato pensatemi ♡
 Un piccolo assaggio dello spettacolo Salotto D'Oriente





mercoledì 19 aprile 2017


Sedona- dove i gechi popolano i sogni-
Ieri sera mi sono addormentata pensando a Sedona...un posto dall'altra parte del mondo che in qualche modo ha lasciato un sassolino rosso nella mia anima. Il mio amico Marshall Lewis ci ha chiamate in America per portare la nostra danza nelle torride lande ferrose dell'Arizona...e così, io che sono sempre stata alla ricerca della spiritualità in ogni luogo e in ogni persona, mi sono ritrovata con le mie amiche Lune e la mia valigia colma di abiti orientali, nella città New Age per eccellenza.Sedona dista circa 2 ore da Phoenix, e quando si arriva, le rocce rosse uniche al mondo, tipiche di questo magico territorio vi riempiranno gli occhi di meraviglia. la città è piccola e a misura d'uomo, pulita, ordinata, con tanti negozietti di souvenir e molti ritrorantini tipici dove potrete mangiare serpente fritto, cactus e bisonte..Le attività artistiche a Sedona sono innumerevoli, così come il turismo "Alieno" !Noi abbiamo fatto proprio una gita con la Jeep in cerca di un alieno di nome Pasquale che era un gran timidone e si nascondeva dietro le montagne rosse al crepuscolo. La nostra guida indiana lo chiamava in continuazione mentre il sole tramontava ma non si è fatto vedere...In compenso al posto di Pasquale abbiamo visto le stelle!Avete mai letto l'ombra dello Scorpione di S.King? Quando il sole tramonta...le stelle sembrano cadere sulle vostre teste! La notte di Sedona è costellata di stelle, e le stelle si muovono, ammiccano, brillano, vi fanno l'occhiolino, si inseguono...c'è un'attività in cielo inimmaginabile...tutto sotto i vostri occhi meravigliati. Le rocce rosse di Catedralrock e Bellrock ci hanno trovate come impreparate donnette di città...per fortuna il nostro amico Marshall aveva portato con sè acqua per tutte noi Lune sprovvedute, perchè ad Agosto sotto il sole dell'Arizona fa davvero molto caldo! Ho creduto davvero di poter vedere i famosi vortici energetici di Sedona. Si tratta di spirali di energia che sono prigionate dalla terra e dall'acqua, per motivi ancora sconosciuti...per questo Sedona è consoderata una città al confine tra il mondo reale e una realtà che sta oltre la nostra...una città "porta"...uno stargate! Siamo state a Sedona una settimana intera e quello che è successo la notte in cui abbiamo visitato le rocce rosse in cerca di vortici energetici non lo posso dimenticare. Non ho visto i vortici ma sono certa di esserci passata dentro, o almeno di averli sfiorati. La sera nel letto del nostro albergo, non appena chiudevo gli occhi la mia mente era invasa da spirali luminose che si muovevano vorticosamente nella mia mente, e dalla figura di un geco luminescente. Mi alzavo, accendevo la luce, ma non appena chiudevo gli occhi la spirale energetica continuava a girare e girare, con il geco al centro che mi guardava e non voleva proprio andare via. Nei tre giorni successivi ho fatto molti sogni significativi, alcuni dei quali, segnati su un taccuino, si sono rivelati premonitori a distanza di tempo. Ma non è questa la particolarità del passaggio dell'energia vorticosa delle rocce rosse nella mia anima, perchè di sogni premonitori ne faccio anche a Roma dove la sera l'unica cosa che gira in senso circolare è lo spazzolino da denti sui miei incisivi...il mio amico Marshall è stato l'unico con cui ho potuto seriamente parlare del passaggio nel vortice energetico.Sono passata?Perchè non l'ho visto? Perchè a nessuna delle altre ragazze è successo?Mi sono suggestionata? Perchè crediamo solo a ciò che vediamo e non a ciò che sentiamo? Marshall mi ha risposto "I'm happy for you Marika!" con gli occhi limpidi di chi sapeva di ascoltare il vero. Quello che posso dire a distanza di anni è che si, non li ho visti, ma sono passata in un vortice energetico a Sedona, nell'estate torrida del 2011. Il geco era un messaggio per me, un regalo del deserto, un totem che si è radicato quel giorno nella mia energia per insegnarmi ciò di cui avrei avuto bisogno di lì a poco: l'adattabilità, la capacità di sopravvivere alla trasformazione, la rigenerazione. A Sedona i sogni sono popolati da creature strane, se avete la fortuna di passare sopra un vortice energetico non sentitevi pazzi o strani, perchè anche se non lo avete visto, ma lo sentite dentro di voi, allora state certi che l'energia vi ha attraversati.


martedì 18 aprile 2017

La generazione del Casatiello

Ci sono delle cose che non si possono spiegare in un giorno, in particolare le ricette culinarie della famiglia...ancor di più se tali ricette sono della nonna. Mia nonna ha una tradizione culinaria tutta sua, così come il suo linguaggio colorito fatto di parole inventate da lei. Conoscere i segreti culinari di mia nonna è davvero impossibile...Nonostante siano anni che gustiamo le sue famose polpette, le frittelle di broccoli e le sarde a beccafico, non c'è la possibilità di avere la ricetta, piuttosto si taglia le mani! Una volta, quando sono andata a vivere da sola a 30 anni ho chiesto a mia nonna come si faceva il sugo. Ecco la sua risposta datami con aria di sufficenza "Prendi la carne di quella sceltissima, tanto sedano, la carota quella del vignarolo, la cipolla fresca e la passata e un bel pò di basilico."Ed io molto perplessa "E che faccio nonna metto tutto insieme sul fuoco?" Nonna inorridita"Ma no, così ti viene uno schifo e bruci tutto! devi fare le cose a modo un pò di olio extra vergine e via discorrendo!" Molto confusa ho chiesto a mia madre come dovevo cuocere il sugo, quello per intenderci, che devi far cuocere nella pentola gigante per almeno 3/4 ore e viene bello cremoso e abbraccia i rigatoni e non li lascia più...Ovviamente il sugo di mamma è buono ma non è il sugo di nonna. perchè mia nonna la ricetta del sugo non la sa spiegare, perchè è naturale, perchè è il frutto di anni di esperienza che sgorgano dalle sue mani, e perchè è suo, è il suo sugo e di nessun altro. Mia nonna si sveglia alle cinque e si chiude in cucina per fare le polpette, e nessuna di noi sa cosa ci mette dentro...perchè noi donne della famiglia non siamo le padrone della cucina, in quanto è lei la regina indiscussa, e noi al massimo possiamo apparecchiare la tavola. E pensare che quando ero bambina nonna mi faceva arrotolare gli gnocchi sulla forchetta, e infilare le foglie di basilico nel collo lungo delle conserve di pomodoro. Quante cose avrei potuto imparare, e invece mi concentravo sullo gnocco che rotolava via con le sue righine e sulla farina che si spargeva dappertutto. Ero una bambina innocua, che non pensava che un giorno il segreto delle polpette poteva essere venduto a peso d'oro. E quindi dopo aver appreso nell'età adulta che ci sono delle cose che davvero non si possono imparare perchè le tocchiamo, ci andiamo vicino, le facciamo nostre per famigliarità ma non ci apparterranno mai...immaginate la mia sorpresa quando a Pasqua mia suocera si è mangiata il mio casatiello dicendomi che era buonissimo, da vera napoletana. Noi a casa il casatiello non sappiamo nemmeno cosa sia...quelle di mia nonna sono ricette sicule e questa buffa cimabella con le uova non è mai stata contemplata. Avere un marito di origine partenopee è una bella sfida...e sapere di aver conquistato l'impasto come se fosse passato tra le mie mani per anni e anni di sapienza impastatrice e una gran soddisfazione. Questa idea culinaria per riflettere sul fatto che non importa se non avete il segreto del sugo che tanto vi delizia il palato, perchè nella vita ci sarà sempre un casatiello da imparare a cucinare da zero che vi renderà grati delle vostre prove e dei vostri fallimenti.

mercoledì 12 aprile 2017



C'era un tempo in cui si potevano mangiare i peperoni...
nonna li metteva sulla fiamma del gas alle 6 di mattina per abbrustolirli e spellarli...Sapevamo che erano le 6 proprio per l'odore di peperoni che si propagava per la nostra casa...e quindi si poteva dormire ancora un po'e ascoltare le rondini con la testa schiacciata sul cuscino...e se era domenica la grossa campana che tutta la settimana taceva alle 7 ti svegliava...la nostra mattina era piena di acqua salata, sabbia nel costume, lancette lentissime che non scivolavano mai abbastanza in fretta verso l'ora di farsi il bagno, crosticine sulle ginocchia che bruciavano da morire al contatto col mare... Una salita vertiginosa per tornare a casa, lasciarsi il mare alle spalle e salire su, in alto, verso le mura antiche di una citta'rivestita di storia...Non sapere che giorno e'della settimana e a malapena il mese... Perdere dolcemente il senso della realta'e del tempo che scorre, affidandosi a piccoli pilastri quotidiani...l'odore dei peperoni, nonna che canta mentre cucina, la posizione del sole che cambia salendo e scendendo dal mare...l'acqua dal rubinetto che la sera non scorreva e ci lasciava a secco...la civetta sul tetto della torre che dava la buonanotte, la corrente elettrica che verso le 11 andava via e ci lasciava a lume di candela. Non facevamo caso al tempo...e questo aveva piena clemenza di noi. Oggi...neanche scendo al mare che e'gia ora di pranzo, parlo della mia laurea come se fosse ieri...mentre il tempo della mia infanzia mi sembra cosi lontano e infinitamente lungo...
Chiedimi...come mai non mangi i peperoni??? E ti scatenero'un fiume di ricordi...

martedì 11 aprile 2017



Nei mesi estivi della mia infanzia vivevo per tre mesi in un perfetto Harem.Non l'harem come lo intende l'occidente...ma l'Harem vero.Quello spazio della casa dove una moltitudine di donne condivide nel bene e nel male la quotidianita'...Nonna era la matriarca,ed eravamo noi bambine,e le mie zie a condividere il poco spazio della casa al mare.Non c'era privacy neanche in bagno e tutto era scandito dai ritmi della cucina di nonna,dalla spesa,le pulizie,le sgridate e le risate della sera...Se si faceva una cosa la si doveva fare tutte insieme...sbucciare i fagioli,pulire il pesce ,fare la conserva di pomodori...tutto cio'era interrotto da un momento catartico di cui nessuna parlava...ma tutte temevano e allo stesso tempo aspettavano trepidanti.Il ritorno di nonno nel week end.Tutto era diverso,nonna era frenetica e cucinava con energia,e ci sgridava,non si doveva piangere quando ci pettinavano i capelli e si doveva chiudere la porta quando si andava in bagno...perche'il nonno tornava e avrebbe portato con se quell'area di affetto e allo stesso tempo di estraneita'...perche'lui era uomo e non sapeva,non capiva,non conosceva i segreti dell'Harem!!Arrivava con le mani colme di cioccolatini a forma di elefante e con il suo buffo cappello.Per due giorni l'Harem smetteva di esistere e poi la domenica sera risorgeva trai segreti e la sorellanza di noi donne e noi bambine....non c'e'diversita'di culture...sono cresciuta in un harem come una bimba in Marocco o in Tunisia... ed e'per questo che credo che la potenza dell'energia femminile non abbia confini...