C'era un tempo in cui si potevano mangiare i
peperoni...
nonna li metteva sulla fiamma del gas alle 6 di mattina per
abbrustolirli e spellarli...Sapevamo che erano le 6 proprio per l'odore di
peperoni che si propagava per la nostra casa...e quindi si poteva dormire
ancora un po'e ascoltare le rondini con la testa schiacciata sul cuscino...e se
era domenica la grossa campana che tutta la settimana taceva alle 7 ti
svegliava...la nostra mattina era piena di acqua salata, sabbia nel costume, lancette lentissime che non scivolavano mai
abbastanza in fretta verso l'ora di farsi il bagno, crosticine sulle ginocchia
che bruciavano da morire al contatto col mare...
Una salita vertiginosa per tornare a casa,
lasciarsi il mare alle spalle e salire su, in alto, verso le mura antiche di
una citta'rivestita di storia...Non sapere che giorno e'della settimana e a
malapena il mese...
Perdere dolcemente il senso della realta'e del
tempo che scorre, affidandosi a piccoli pilastri quotidiani...l'odore dei
peperoni, nonna che canta mentre cucina, la posizione del sole che cambia
salendo e scendendo dal mare...l'acqua dal rubinetto che la sera non
scorreva e ci lasciava a secco...la civetta sul tetto della torre che dava la buonanotte, la corrente elettrica che verso le 11 andava via e ci lasciava a lume di candela.
Non facevamo caso al tempo...e questo aveva piena
clemenza di noi.
Oggi...neanche scendo al mare che e'gia ora di
pranzo, parlo della mia laurea come se fosse ieri...mentre il tempo della mia
infanzia mi sembra cosi lontano e infinitamente lungo...
Chiedimi...come mai non mangi i peperoni??? E ti scatenero'un fiume di ricordi...
Chiedimi...come mai non mangi i peperoni??? E ti scatenero'un fiume di ricordi...
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